Molte mamme si trovano spesso a porsi questa domanda: a quale età è consigliabile accertarsi che il proprio bimbo o la propria bimba smettano di usare il ciuccio? Ci sono davvero delle controindicazioni nel prolungato utilizzo del ciuccio anche dopo una certa età? Sicuramente gli studi scientifici hanno dimostrato che bisogna evitare il protrarsi dell’utilizzo del ciuccio oltre una certa età. Ma qual è questa età oltre la quale evitare che prosegua l’uso del ciuccio? In questo articolo scopriremo qual è e come avvicinarsi a tale momento.
Per prima cosa, possiamo riconoscere in effetti che gli studi scientifici paiono oramai concordare sul fatto che oltre i 3 anni di età non bisogna più usare il ciuccio. Questa circostanza non dipende solo dal fatto che il ciuccio sia in sé e per sé una “potenziale dipendenza” per il bambino in età crescente, ma anche per il fatto e soprattutto che il protratto uso del ciuccio potrebbe danneggiare lo sviluppo e la crescita dei denti del bimbo o della bimba. Per questo le mamme e i genitori in generale devono prepararsi a preparare il bimbo al distacco, per evitare che questo sia brusco e repentino.
Quando dare il ciuccio al neonato
Il primo passo che bisogna compiere è appunto portare il bambino a fare a meno del ciuccio. Solitamente si consiglia alle mamme e ai genitori di evitare sottrazioni brusche e repentine del ciuccio, soprattutto se queste dovessero essere fatte in concomitanza o in vicinanza a eventi particolarmente importanti: si pensi per esempio all’inizio della scuola materna, o alla nascita di un fratello o di una sorella,… insomma, bisogna pian piano abituare il bimbo a fare a meno del ciuccio.
I possibili escamotage sono in effetti molti, dal fingere di essersene dimenticati al distrarre il bambino con altre cose. Proponetegli attività o giochi che lo distraggano appunto dal desiderio di prendere in bocca il ciuccio, o anche solo dal pensarlo. Spesso il ciuccio viene richiesto dal bimbo prima di addormentarsi: provate allora a sostituirlo con la lettura di una fiaba o di una favola. Se avviene al momento del distacco, provate a inventare qualcosa che possa sopperire alla sua necessità di avere il ciuccio.
Perché intorno ai tre anni?
La scelta dei tre anni come età intorno alla quale il bimbo deve cominciare a rinunciare, o rinunciare già, al ciuccio, non è affatto casuale. È difatti in questo periodo che il bimbo sviluppa una maggiore consapevolezza di sé, sia in sé e per sé che in relazione agli altri: è dunque in questo momento che il bimbo può cominciare a comprendere e recepire l’abbandono del ciuccio, come momento definitivo di passaggio, di sviluppo e di crescita per se stesso, cui voi avrete cominciato ad abituarlo.
Tutto questo consente dunque e appunto di portare il bimbo alla rinuncia totale e definitiva al ciuccio, con tutto ciò che ne consegue. L’importante è che, una volta che lo si ha condotti all’abbandono del ciuccio, che non si torni indietro, concedendoglielo nuovamente, anche solo per una volta: difatti vi è il rischio che, se il bimbo vede e capisce il passo indietro dei genitori, si abitui a esso, e cominci a pretenderlo anche successivamente, rendendo dunque il distacco dal ciuccio ancora più difficile.